giovedì 15 settembre 2011

GALSI: IL NO DELLA PROVINCIA E LA FAVOLA DELLA METANIZZAZIONE

Sempre a Olbia anche la Provincia ha ribadito il NO al GALSI, accodandosi alla secca reazione del Comune di Olbia. Con una lettera al ministro per lo Sviluppo economico Romani, inviata per conoscenza anche a Ugo Cappellacci, il presidente della Provincia Fedele Sanciu e l'assessore all'Ambiente Pietro Carzedda,  rilanciano l'affondo sulla centrale di compressione del gas che GALSI vuole realizzare a VenaFiorita.  Tuttavia, pur confermando il “no” della Provincia agli investimenti di tipo industriale nel proprio territorio, Fedele Sanciu e Carzedda non si oppongono alla metanizzazione.
Quello della metanizzazione non è che uno dei tanti "miti" utilizzati da GALSI per rendere appetibile quel tubo ai sardi e alle sarde. La leggenda racconta infatti che, pare,  la Sardegna abbia lottato a lungo per la metanizzazione e, proprio quando era riuscita a conquistarla...se la sia lasciata scappare. Bella storia! Certo che questi sardi sono proprio strani! Tra l'altro il GALSI in origine non doveva passare in Sardegna. Se ciò avviene sarebbe solo grazie a coloro che hanno tanto lottato per quel gas: Mauro Pili e Renato Soru. Pili che l'ha tanto voluto e ancora lo brama. Soru che ha firmato l'accordo con GALSI quando era presidente della Regione, sotto l'egida del Governo di Romano Prodi. Per una volta una conquista bipartisan..E che conquista!! La legge nazionale per la metanizzazione del Mezzogiorno risale ai lontani anni 80. Possiamo dunque immaginare quanto sia stata dura e logorante una lotta durata circa 30 anni. Sicuramente tutti ci ricordiamo le gesta del prode Pili, il gasificatore, e di Soru con i suoi prodi scudieri del Partito Democratico che, nella loro lungimiranza, hanno intravisto da subito la grande opportunità per lo sviluppo dell'Isola: il gas! Oltre, ovviamente, a Quirra.
In realtà lo sanno anche i bambini: i gasdotti sono ormai ferrivecchi. Tecnologie superate che, con tutto ciò che sta accadendo nel mondo, nessuno vuole più. L'UE e l'Italia (ma a spese della Sardegna) continuano a sponsorizzarli sotto la pressione delle potenti lobby che li costruiscono e li gestiscono. Sono inutili perché il gas è una risorsa limitata; le recenti ricerche dicono che il picco massimo di estrazione del gas si raggiungerà tra circa 20 anni, per poi diminuire rapidamente e esaurirsi in un breve arco di tempo che si stima intorno a massimo altri 10 anni. Una fonte energetica inutile e pericolosa dal punto di vista economico e della sicurezza: fonti certe assicurano che, ad esempio, l'Algeria ha firmato contratti di distribuzione del proprio gas di gran lunga superiori alle proprie disponibilità, considerando anche che quel Paese ha un enorme consumo interno. Dal punto di vista della sicurezza basta citare i recenti attentati che hanno comportato lunghe sospensioni dell'erogazione di gas che, ovviamente, colpiscono più duramente quei paesi che hanno deciso di dipendere da quella fonte energetica. Il gas è anche un serio problema dal punto di vista dei prezzi. Non si contano le indagini e gli studi, alcuni della stessa Commissione Europea, che evidenziano chiaramente quanto il mercato del gas sia viziato, instabile e in mano a predatori,  e a farne le spese, alla fine del giro, siamo noi, i consumatori. Al riguardo leggetevi la proposta di Regolamento discussa in questi giorni dal Parlamento Europeo che pubblichiamo qui di seguito..Più chiaro di così!! 
Ma soprattutto esistono altre fonti energetiche. Fonti che, oltre ad essere rinnovabili, sono sicure, quasi a costo zero e non ci obbligano a dipendere da qualcuno. E il problema sta proprio li. La GALSI è una società per azioni. Il suo unico obiettivo è il profitto, benché qualcuno crede ancora alla favoletta che è nata per aiutare i sardi, mischinetti loro senza gas! E in questi anni, per la precisione dal 2003, sono decine (tra loro, pare, nemmeno un sardo) le persone che, benché non ci sia ancora un gasdotto, guadagnano fior di quattrini con stipendietto assicurato. Un pò come un'altra società per azioni, quella denominata "Stretto di Messina SpA". Società carrozzoni fatte per ciucciare danaro pubblico e per fingere di realizzare progetti faraonici che non servono a nulla.
Ma dove te lo piazzano il progettino? Ma è ovvio! Dove si possono ancora barattare certe cose in cambio di qualche perlina di vetro e di una sveglia da mettere al collo.
Altro che 30 anni di lotta dura per la metanizzazione della Sardegna!

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