giovedì 13 ottobre 2011

Gesuino a tutto gas

Ecco la versione integrale della nota pubblicata oggi su Sardegna24 in replica alla nota di Muledda di qualche giorno fa.
Sono riuscito a leggere sino in fondo la nota di Gesuino Muledda a proposito del GALSI, pubblicata sul Quotidiano “Sardegna24". Sono stato costretto a farlo perché direttamente chiamato in causa in quanto portavoce del Comitato “non gasdotto” tra virgolette, come lo chiama lui. Peccato, Muledda non ha partecipato alla conferenza stampa di qualche giorno fa e non ha potuto “abbabulare” insieme a noi.
La sua nota ha avuto una vasta eco nei quotidiani e nei siti regionali. Beato lui che quando scrive qualcosa gliela pubblicano, al pari di altri pochi fortunati. A noi dei comitati spontanei di cittadini e cittadine raramente ci pubblicano qualcosa, forse perché raccontiamo solo baggianate e siamo sempre in mezzo a rompere i Piani di chi invece sa bene come si governa.
Da quando rivesto il ruolo di portavoce del Comitato ProSardegnaNoGasdotto non sono mai stato chiamato in causa dai diretti interessati, quelli della società GALSI SpA. In compenso mi tira in ballo Muledda, richiamandomi in una triste bega di partito e trascinandomi in una tipica vendetta trasversale alla sarda, dove troppo spesso chi paga è la gente che non c’entra nulla e chi ci rimette, alla fine, è sempre lei: la Sardegna.
Nella nota, dall’alto della sua esperienza, Muledda ricorda a tutti come si costruisce un gasdotto. E dalla sua descrizione pare proprio che conosca benissimo il progetto GALSI, a parte sbagliarne il nome (la sigla corretta sarebbe G.AL.S.I. e non G.A.L.S.I.). Sicuramente molto meglio di un gruppuscolo di semplici cittadini e cittadine che hanno creato un Comitato e, giù nella stiva, hanno buttato all’aria quattro anni del loro tempo per studiarselo prima di capire che è il solito pacco. Oltre a spiegarci come si costruisce un gasdotto, Muledda ci offre anche alcune novità di rilievo. Il GALSI , secondo lui, sarebbe una opportunità per la Sardegna; per le sue tante imprese dinamiche, competitive e, quindi, vogliose di energia; per i bassi costi in bolletta; per le innumerevoli occasioni di lavoro che assicurerà a chi possiede una ruspa e, infine, per gli innegabili vantaggi che creerà in un settore a lui più che ben noto, quale è la florida agricoltura della Sardegna. A tal proposito sarebbe interessante un confronto tra Muledda e le decine di viticoltori e gestori di agriturismi, entusiasti nel vedersi sventrare l’azienda.
Tra le novità elargite dalla sua saggia penna, primeggia il fatto che sia stato Soru a volere fortemente il gasdotto. E pensare che noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto eravamo rimasti alla paternità di Mauro Pili. Riconosciamo dunque che un’opera tanto importante abbia diversi padri e che, per una volta, è la madre che resta incerta.
E finalmente qualcuno che ci riporta ai mitici anni 80! Gli anni in cui si avviò la metanizzazione del Mezzogiorno! All’epoca l’idea stessa del GALSI era ben lontana dall’essere concepita, e la Sardegna dovette attendere il 1999 per avere una prima idea di soldini necessari alla realizzazione di alcune reti di gas di città. Dal 1980 al 1999 e, poi, ai giorni nostri, la battaglia di Muledda – in quel tempo e da tempo consigliere regionale, assessore regionale, dirigente e specializzato in archeologia sarda - per la metanizzazione dell’Isola è stata dura, pura e senza tregua. Ma tra breve tempo, l’intero Popolo sardo avrà dinanzi agli occhi i prodigiosi risultati della sua impavida lotta: un tubo di 272 km che sventrerà in due l’Isola per portare il gas altrove. Grazie tante Muledda!
E anche se fosse proprio lui, domani stesso, a reperire i soldi per collegare le nostre reti di gas al grande “tubo”, ciò avverrebbe comunque in tempi biblici e a discapito di una ulteriore perdita di territorio - oltre ai circa trentamilioni di metri quadri già elargiti a titolo gratuito alla GALSI -. Io continuo dunque a non capire dove sta il vantaggio e cosa ce ne facciamo noi di questo dannoso mostro, programmato, lo ricordo, per alimentare le mitiche “industrie energivore locali” che oggi non esistono più.
Infine, caso strano, il giorno stesso in cui Muledda si cimenta pubblicamente in tema di gas, noi celebriamo il rinvenimento del ''più antico ritrovamento umano in Sardegna'' datato 9000 anni. Lo confesso, mi fa specie che un uomo di cultura e con grandi competenze anche in archeologia come lui, non si sia interrogato circa un altro “innegabile vantaggio” del GALSI che, grazie alle sue delicate ruspe e mentre solletica soavemente il terreno per creare una voragine di 272 km, riporterà sicuramente alla luce intatti e valorizzerà adeguatamente, gli innumerevoli tesori che cela ancora la nostra Terra! “Amsicora”, così si chiama lo scheletro, è stato rinvenuto, sicuramente, perché si stava dimenando nel sepolcro, pensando a quanti millenni di storia la GALSI cancellerà durante lo scavo della imponente trincea.
Concludo con lui ma aggiungo: la storia non ci dirà un bel nulla. Come non ci ha detto nulla della nostra agricoltura in ginocchio, di Ottana, di Portovesme, della SARAS, di Quirra e delle servitù militari. Non ci ha detto nulla del furto del nostro vento, della mafia che gestisce le nostre coste e dei “pacchi” a La Maddalena. La storia non ci dirà proprio nulla. Ma una cosa ce la sussurra: che quando quel tubo arriverà a seminare miseria, Muledda sarà sicuramente assessore o dirigente a qualcosa. E noi, nel tepore delle nostre casette, riscaldate col metano del GALSI pagato a caro prezzo, invece che gratis con il nostro sole, sicuramente ci ricorderemo di lui.

3 commenti:

  1. complimenti per l'articolo, siamo con voi!
    un gruppo di cittadini

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  2. complimenti a sergio e a tutto il comitato pro sardegna no gasdotto per l'ottima risposta all'ex assessore all'agricoltura.
    10 a 0 per sergio

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  3. Avevo letto l'articolo di Muledda qualche giorno fa, e qualcosa mi faceva rabbrividire: possibile che nessuno pensi mai alle conseguenze dirette, sulle famiglie (di agricoltori o pastori) che vivono di quei terreni, che verranno espropriati (se va bene....).
    La Sardegna è campagna,la sua vita è la campagna, la sua ricchezza è la campagna: tolta questa non avremo più niente.
    Sono con voi.

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