giovedì 20 ottobre 2011

STASERA ALLE 17.30 INCONTRO PUBBLICO A S.GIOVANNI SUERGIU

Si tratta di un incontro fondamentale per bloccare il GALSI. Se al NO di Olbia si aggiungesse anche il NO di S.Giovanni Suergiu, sarebbe una bella batosta per quell'orribile servitù.
In vista dell'incontro noi del Comitato abbiamo mandato una letterina al Comune. Eccola:


Gentili Signori/e,
abbiamo appreso che oggi alle ore 17,30 a San Giovanni Suergiu si svolgerà un'incontro promosso dal Sindaco tra rappresentanti della Società Galsi SpA e la popolazione, in merito al metanodotto GALSI (gasdotto Algeria Italia via Sardegna).
Desideriamo al riguardo far presente la posizione del Comitato ProSardegnaNogasdotto, impegnato da oltre quattro anni nello studio del progetto GALSI.
Inizialmente abbiamo creduto anche noi che il gasdotto rappresentasse una opportunità per la Sardegna, e lungi da qualsiasi pregiudizio, per curiosità abbiamo voluto vedere alla voce costi/benefici quanto complessivamente l’opera venisse a costare. Verificato che tale voce non era contemplata, ci siamo via via resi conto della totale assurdità del progetto GALSI per la nostra isola.
Leggendo le carte, praticamente la Sardegna avrebbe messo il territorio per ospitare una struttura obsoleta (anche i gasdotti ormai hanno fatto il loro tempo) e far passare 272 Km di tubo per il trasporto di metano, far costruire tre centrali, - quella di misura fiscale di San Giovanni Suergiu (di circa 55.600 m2), quella di compressione di Olbia (di circa 190.000 mq), e quella di rilancio di Paulilatino, - esponendo i cittadini a rischio di esplosioni (perché ogni tanto i gasdotti esplodono), esclusivamente per portare il gas algerino in Italia e altrove.
E pensare che noi eravamo convinti il metano fosse destinato ad alimentare le “agonizzanti” industrie energivore isolane, che a quel tempo esistevano ancora, almeno così risultava dall’ultimo Piano energetico regionale. Perché è ovviamente fuori discussione che una struttura così fortemente impattante e costosa possa essere destinata alle utenze private dei cittadini. Insomma il risultato di tutto questo, faceva salire già i costi, di cui l’ammontare corrisponde a circa 30 milioni quadrati di territorio elargiti a titolo gratuito ad un società per azioni e sottratto alla Sardegna e ai suoi cittadini.
Comunque nel progetto tutto ciò veniva minimizzato dal fatto che i territori “utilizzati” per costruire il gasdotto non sarebbero stati espropriati ma semplicemente gravati da “servitù non aedificandi”. Questa limiterebbe soltanto la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta e lascerebbe inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi. E’ bene precisare che la fascia di asservimento di una larghezza media compresa tra i 40 e gli 80 metri per parte, in alcuni tratti sarà delimitata da recinzioni, per cui non sarà consentito né l’accesso, né lo sfruttamento. Inoltre, a circa un metro e mezzo di profondità sotto di questa scorre gas pompato a pressioni elevatissime che per sua natura è infiammabile e a 50 gradi esplode. Essendo la nostra terra notoriamente esposta ad un costante pericolo di incendi, a parte lo svilimento di tutte le attività produttive, che ruotano attorno alla centrale e al tracciato, che tipo di attività crediamo si possa esercitare sopra questa fascia di terreno, pascolare le pecore, organizzare percorsi guidati a piedi o a cavallo, piantare vitigni o alberi da frutta?
Tutto questo costo in cambio di che cosa?
Zero benfici. Zero Compensazioni, una partecipazione azionaria dell’ 11,6 % della Regione Sardegna attraverso la SFIRS, - non lontana da quella di Hera del 10,4 % a composizione esclusivamente emiliana, ma il territorio lo mettiamo noi, non loro, - e la promessa che in un lontano futuro forse distribuiranno il gas anche qui, dopo aver realizzato le reti di collegamento che andrebbero ad allacciarsi a quelle che i Comuni dovrebbero a loro volta predisporre e a cui i cittadini infine potrebbero connettersi pagando i propri allacci. Se va bene come minimo tra ventanni, quando la fornitura del gas sarà ormai esaurita! Un altro milione circa di metri quadri di territorio dati in sacrificio al “metano”.
E che cosa ce ne dovremmo fare noi del gas, dopo che ci sventrano il territorio e deturpano irreparabilmente il nostro bellissimo paesaggio. Dopo che cancellano l’economia rurale, danneggiano le coltivazioni, le produzioni locali, i vigneti, i frutteti, gli agriturismi, gli allevamenti. E la nostra storia, la nostra archeologia: cosa ce ne facciamo del gas dopo che millenni di storia saranno cancellati per sempre a causa dello scavo della imponente trincea.
Si tratta, purtroppo, dell'ennesima servitù a danno della Sardegna. Un’autostrada della morte – come è stato definita la condotta GALSI – destinata a lasciare tracce devastanti sulla nostra isola e sul futuro dei nostri figli.
Ai sardi non è stata concessa la possibilità di scelta, perché le decisioni sono state assunte a loro totale insaputa e imposte dall’alto. Per questo da quattro anni cerchiamo di fare informazione e vorremo che i cittadini fossero messi a conoscenza di ciò che viene loro nascosto o spacciato per altro, affinché non credano a promesse prive di fondamento, come purtroppo è già accaduto in passato con altre servitù che gravano tuttora nel nostro territorio.
In relazione all'incontro odierno, ci preme sottoporre alla vostra attenzione un altro elemento di riflessione. Il superamento della VIA non significa che il GALSI sia in regola con la “Direttiva Habitat”, e che siano state fatte le valutazioni di impatto previste dalla legge italiana e europea. Infatti, la Direzione Generale Ambiente della Commissione UE ha dichiarato di non essere mai stata coinvolta circa il progetto GALSI! In merito a tale fatto pende tuttora una nostra interpellanza al Parlamento europeo a cui la Commissione europea non ha ancora fornito spiegazioni.
Concludiamo manifestando tutta la nostra disponibilità a fornirvi chiarimenti e delucidazioni che riteniate opportuni per prendere una decisione fondata sulla tutela degli interessi del vostro territorio e dei suoi cittadini. Perché i sardi meritano i Sardi e la Sardegna meritano rispetto ed energia pulita, non abusi, disprezzo, devastazione ed energia inquinante.Vi ringraziamo per l'attenzione che vorrete dare alla presente e vi invitiamo a scorrere il nostro blog.

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