lunedì 30 gennaio 2012

Il Comune di Olbia replica a Potì

Come già il Comitato aveva fatto sulle pagine del Blog, anche il Comune di Olbia replica alle dichiarazioni del Sig. Potì. Questo l'estratto dal quotidiano "L'Unione Sarda" del 29 gennaio 2012.


La Fois (Civica) e Pippia replicano alle dichiarazioni del presidente Potì «Galsi, ecco la verità su costi e rischi». L'architetto-consigliere comunale Monica Fois e l'urbanista Mario Donato Pippia rispondono alle affermazioni del presidente della Galsi Roberto Potì (anche manager del gruppo Edison che detiene una consistente quota azionaria del consorzio), pubblicata nei giorni scorsi sulle pagine di Economia de L'Unione Sarda . «L'ingegner Potì sembra dare ormai acquisito il parere positivo dei vari enti intervenuti per la costruzione del gasdotto, ma così non ci sembra che sia. Potì liquida subito come “fisiologiche” le molte proteste e cerca di minimizzare l'impatto ambientale che l'opera avrebbe sul territorio sardo attraversato dall'impianto. Potì afferma per esempio che “l'impatto visivo fuori terra” sarebbe limitato alle centrali di compressione come quella di Olbia, i rumori prodotti sarebbero contenuti, le emissioni in atmosfera nei limiti consentiti, mentre le ricadute economiche risulterebbero notevoli perché, a suo dire, si avrebbe un risparmio del 30 per cento sulla bolletta energetica. Con tutto il rispetto per le qualifiche dell' ingegner Potì, non ci risulta che sia un esperto del paesaggio sardo, tanto da affermare che l'impatto visivo “fuori terra” del gasdotto sia ridotto. La deduzione ci sembra semplicistica e anche insufficiente, perché l'impatto andrebbe valutato nel suo complesso, sia entro che fuori terra, sia durante che dopo la costruzione, nella fascia interessata dalla condotta interrata, lunga ben 272 chilometri. Ancora: un'analisi approfondita non può prescindere dall' “effetto cesura” su ampie porzioni di Isola; da quanta estensione di boschi, coltivi e tratti marini siano interessati; quale l'occupazione dei territori. Che dire poi del tratto finale a 200 atmosfere che passa per Olbia: le tubature si mantengono pericolosamente vicine ai villaggi turistici de Le Saline, con il rischio di gravi incidenti in caso di possibili esplosioni. Ora le ricadute economiche: Galsi dovrebbe giustificare inmaniera più puntuale e convincente il risparmio del 30 per cento sul costo dell'energia, chiarendo quali tariffe agevolate siano eventualmente riservate ai sardi. Perché non è la prima volta che autorevoli esponenti nazionali fanno promesse di questo tipo, promesse poi clamorosamente smentite: noi sardi ricordiamo il caso di Ottana, quando cercavano di convincerci che il polo industriale avrebbe risolto i problemi isolani. Purtroppo oggi assistiamo al suo epilogo. È ancora fresca la delusione per il mancato G8 de La Maddalena, a cui sono seguite le indagini della magistratura. Non ci dobbiamo meravigliare se poi progetti di questo tipo subiranno le stesse proteste della Val di Susa, contraria alla Tav.

2 commenti:

  1. Da semplice cittadino dico che le voci degli oppositori non mi convincono.
    Del resto l'Italia è interamente attraversata da metanodotti e non credo che esistano paure di questo tipo. Perchè non si parla di quanto costi 1 metro cubo di gas nelle altre regioni e di quanto costi il gas in Sardegna.

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  2. ....se vuoi una risposta, la trovi ben espressa nell'analogo problema benzina/gas in bombole, ventilata a suo tempo,a costi favorevoli per i sardi....sapiamo bene come e' andata a finire : era solo uno specchietto . E i disastri ambientali, il pericolo sempre incombente di esplosioni e la salute della gente, non conta proprio niente?...le buone ragioni del no galsi,sono realistiche dettagliatamente indicate nel sito del comitato ma, anche di irs, vito biolchini,c.zuncheddu .....

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