martedì 13 marzo 2012

SEL ANCORA DIVISA SUL GALSI

Sassari - Il circolo SelZ di Sinistra Ecologia e Libertà esprime perplessità in merito al voto unanime sulle due mozioni unificate favorevoli al gasdotto Galsi, su cui si è espresso favorevolmente il Consiglio comunale giovedì scorso. Durante il dibattito solo il rappresentante di SelZ, Sergio Scavio, che fa parte del gruppo di Ora Sì – Ganau sindaco, sollevò alcune perplessità: «punti su cui riflettere suggeriti ai colleghi, tra cui, soprattutto, la necessità di un coinvolgimento delle popolazioni che vivono nei comuni nei cui territori passerà il gasdotto», rimarcò.
«Riteniamo – scrive il coordinatore del circolo SelZ di Sassari, Paolo Madeddu – che, per poter esprimere una efficace valutazione di costi e benefici del progetto, debbano essere presi in considerazione elementi e dati non ancora chiari – seppur oggetto di interrogazioni – o di cui non si trova traccia nei documenti ufficiali: costi a carico della Regione Sardegna, tracciato e relative valutazioni di impatto ambientale, tempi di realizzazione, quantità di gas spettante alla Sardegna, opere di connessione alle reti industriali e urbane e relative riconversioni delle stesse, costi del gas per i consumatori sardi, contropartita economica in termini di royalties. A questi si aggiunge la mancanza di un Piano energetico regionale che determini le reali esigenze dell'Isola e preveda come affiancare e gradualmente sostituire una fonte energetica, come il gas naturale proveniente dal nord Africa, che si esaurirà entro i prossimi 25 anni e che rimane, per quanto meno di carbone e petrolio, inquinante».
galsi
«Sorprende dunque che il Comune di Sassari, peraltro non interessato dal passaggio del tracciato, dichiari un sì convinto e solo blandamente condizionato al progetto Galsi. Riteniamo che tale voto, espresso senza alcuna voce dissonante, non rispecchi i dubbi sollevati dalla società sarda sul progetto del metanodotto che dall'Algeria, attraverso il Mar Mediterraneo e la Sardegna, dovrebbe portare migliaia di metri cubi di gas naturale sul continente europeo».
«Stupisce inoltre che non si sia voluta cogliere questa occasione per interpellare le popolazioni interessate non solo in relazione al progetto in sé ma anche e soprattutto all'idea di sviluppo che questo progetto sottintende. Constatiamo – conclude Madeddu – che ancora una volta le istituzioni si dimostrano lontane dai cittadini e assumono decisioni importanti senza mettere in atto processi di partecipazione dal basso che permettano alle popolazioni di esprimersi».

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