venerdì 18 gennaio 2013

GALSI: qualcuno tuona da Strasburgo

Isolamento, insabbiamento, logiche occulte...Tutto tranne: speculazione, strumentalizzazione a fini politici e imposizione dell'ennesima, inutile, servitu' ai danni della Sardegna. I tuoni che giungono da Strasburgo, ad opera dell'ennesimo Europarlamentare-per caso, frutto della beneficenza di un partito italiano, risultano in linea con quelli della gran parte della "classe politica" isolana che,   stretta nella morsa di una affrettata campagna elettorale, si avvinghia al  GALSI "progetto di importanza strategica". GALSI, GALSI e ancora GALSI, dunque! Facile slogan per "politici" a corto di idee e per amministratori senza programmi ne scrupoli. Per i pochi sfortunati che si sono presi la briga di leggersi il progetto si tratta invece dell'ennesima e inutile servitu'. Così è anche per la gran parte della popolazione della Sardegna. Regione allo stremo, assediata ormai da anni da rapaci energetici e stanca di veder buttar via i propri quattrini in dannose speculazioni - rigorosamente in nome della mitica "creazione di occupazione", della "crescita", dello "sviluppo" e della "competitività - chiede solo di essere lasciata in pace e di decidere il proprio destino, anche energetico, usando il cervello e non i pruriti  elettorali di "politici" destinati all'estinzione. La stampa odierna farfuglia così di "accuse pesanti come macigni" rivolte all'Unione Europea che, peccato , non e' composta solo da italiani e dove gli italiani contano poco o nulla. Chi le lancia non solo non conosce il progetto ma fa finta di non sapere che, se l'UE ha deciso che il GALSI non e' piu' strategico ci sara' pur qualche motivo, sicuramente diverso da quelle logiche occulte che l'Europarlamentare-per caso, da buon italiano, conosce perfettamente. 
In realtà, al resto dell'UE non piace regalare ad una societa' privata (quale e' appunto la GALSI SpA) i soldi dei contribuenti europei. Fenomeni come GALSI e Stretto di Messina SpA li lasciano agli italiani.

LA NUOVA SARDEGNA del 17 gennaio 2013
Trasporti e infrastrutture: Uggias: «Senza il Galsi perdiamo un miliardo di euro»
OLBIA - Niente Galsi per la Sardegna che ora sul fronte delle reti energetiche rischia l’isolamento. Ieri mattina a Strasburgo, durante la seduta del Parlamento europeo, Giommaria Uggias (Idv) ha lanciato accuse pesanti come macigni: «Stiamo assistendo a una vera e propria truffa internazionale ai danni dell'Unione europea, dell'Italia e dei sardi. Una spietata spartizione di interessi finanziari che impedisce a una intera regione di avere energia a un costo pari al resto dell'Europa». Del progetto Galsi si è parlato a Strasburgo perché il Parlamento ha approvato una risoluzione sul «ruolo della politica di coesione nell'attuazione della nuova politica europea in materia di energia». «In pratica - ha semplificato Uggias - entro il 2015 nessuna regione dell'Ue dovrà restare isolata rispetto alle reti europee del gas e dell'elettricità. Si tratta di un obiettivo ambizioso indicato nella risoluzione approvata oggi che rispecchia pienamente il significato delle politiche di coesione al quale stiamo lavorando per il periodo di programmazione 2014-2020». Il problema è che, alla luce dell’insabbiamento del progetto Galsi, la Sardegna rischia di restare al palo, completamente isolata dalle reti energetiche. «E questo - aggiunge Giommaria Uggias - nonostante siano stati stanziati centinaia di milioni di euro per il progetto Galsi, che mira alla realizzazione di un gasdotto destinato all'importazione di gas naturale dall'Algeria all'Italia continentale attraverso la Sardegna. Un progetto di importanza strategica da anni bloccato da logiche occulte». Nel rilevare la concreta fattibilità di un progetto alternativo che colleghi la Sardegna e la Corsica al continente italiano, l’europarlamentare sardo lancia l’allarme: «Stiamo lasciando inutilizzato nelle casse pubbliche quasi un miliardo di euro, mentre la disoccupazione assume dimensioni sempre più drammatiche e le imprese sono condannate al fallimento. Questa è un'offesa nei confronti dei cittadini, delle imprese e dell'economia di un'intera regione. Quelli del settennio 2014-2020, infatti, saranno gli unici fondi che circoleranno nell'Unione europea in ambito energetico e infrastrutturale per cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati con la strategia Ue 2020. Perdere questo treno sarebbe gravissimo».

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