lunedì 4 aprile 2016

NO AL `PIANO ENERGETICO E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Abbiamo inviato oggi alla Regione Sardegna le nostre osservazioni contro il PEARS. Abbiamo anche preparato una PETIZIONE ON-LINE che vi invitiamo a leggere, firmare, inviare ai membri delle competenti commissioni del Consiglio regionale e condividere con chi potete.
Grazie a tutti/e.


 
Al Presidente ed ai
membri delle Commissioni:
Attività produttive
e
Governo del Territorio
del Consiglio Regionale della Sardegna


OGGETTO: PROPOSTA DI PIANO ENERGETICO AMBIENTALE DELLA REGIONE SARDEGNA
Egregio Onorevole,
il Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS) 2015 -2030, insieme ad altri documenti ambientali di importanza fondamentale per il futuro dell’Isola (Il Rapporto Ambientale, lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Sintesi non tecnica ed i relativi allegati) sono stati adottati dalla Giunta regionale con il Decreto 5/1 del 28 gennaio 2016.
Nel quadro della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) - a cui il Piano è sottoposto e dove è prevista la partecipazione della popolazione e delle parti interessate -, scadeva il 4 aprile 2016 il termine per presentare osservazioni, suggerimenti e proposte, fornendo nuovi e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi all'amministrazione regionale. Conclusa questa fase il PEARS, eventualmente emendato a seguito della suddetta procedura, viene trasmesso dalla Giunta alla competente Commissione del Consiglio Regionale di cui lei fa parte, per il parere dovuto ai sensi dell’art. 4, lett. l), della L.R. n. 1/1977. Dopodiché il Piano verrà approvato definitivamente dalla Giunta Regionale e entrerà in vigore.
In esso si tratta ancora di metanizzazione, di centrali a carbone e di “produzione di energia geotermica”, lasciando poco spazio agli investimenti sulle energie rinnovabili e disattendendo sia gli accordi di Parigi che gli indirizzi dell’Unione Europea in materia di energia.
Ma non sono questi gli unici motivi per cui ritengo che quel Piano procurerà enormi danni alla Sardegna, contribuendo al suo inquinamento e privandola in futuro di energia pulita, gestita dai sardi a costi sostenibili e prodotta dalle risorse che l’Isola possiede in abbondanza. Lasciando da parte la difficile situazione internazionale, caratterizzata da conflitti in gran parte causati dalla crescente competizione per accaparrarsi risorse energetiche sempre più scarse quali il gas e il petrolio, esistono almeno due argomenti di importante peso e gravità che il Piano non prende in considerazione e su cui la invito a riflettere prima di prendere la sua decisione:
- Il referendum sulle trivelle del 17 Aprile prossimo;
- Le clamorose dimissioni del Ministro italiano dello sviluppo Economico Federica Guidi, a seguito delle intercettazioni telefoniche nell’inchiesta della Magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.
Questi recenti eventi, a prescindere dall’esito che avranno, costituiscono un’occasione fondamentale per un dibattito serio, concreto e trasparente sul futuro energetico della Sardegna, dove non si può prescindere dal considerare:
- Lo stretto legame dell’attuale governo con le lobby del petrolio.
- La concreta possibilità che la vittoria del SI nel referendum possa effettivamente incidere sugli attuali modelli energetici.
In merito al primo aspetto mi pare ovvio che il legame politico dei componenti della Giunta regionale della Sardegna col Governo Renzi, sia in grado di inficiare gravemente non solo il PEARS ma qualsiasi decisione venga presa in campo energetico e ambientale.  Non dimentichiamoci peraltro che il Titolo V della Costituzione attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di “tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e dei beni culturali” e una competenza concorrente in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” dove, la stessa Corte Costituzionale, ripresa nel Decreto c.d. “Sblocca Italia” del Governo Renzi, conferma una competenza pressoché esclusiva dello Stato.
I fatti alla base delle dimissioni di una Ministra della Repubblica Italiana sono solo la definitiva conferma che, stante l’attuale situazione di Governo nazionale e regionale, non esiste alcun Piano o strategia energetica innovativa ma unicamente asservimento e favoritismo alle lobby costituite e la reale impossibilità di un cambiamento.
In merito al secondo aspetto e’ fondamentale riflettere sul fatto che l’eventuale vittoria del SI, al di la dei risultati concreti circa il divieto di trivellare entro le 12 miglia dalla costa, comporterà inevitabilmente una nuova frontiera nella partecipazione dei cittadini alle scelte energetiche nazionali e regionali in campo energetico, mettendo in discussione scelte presenti e future basate sugli interessi delle lobby e non su quelli dei cittadini.
Non dimentichiamo infine che, quando si tratta di energia, si tratta anche del nostro benessere, si tratta di lavoro, di valorizzazione delle nostre risorse (dall’ambiente al turismo, sino alla cultura) e del futuro nostro e delle generazioni future.
Invito dunque lei, in quanto membro della Commissione Attività produttive della Commissione Governo del Territorio del Consiglio Regionale della Sardegna, ad opporsi all’approvazione della Proposta di Piano Energetico Ambientale della Sardegna, dando il proprio PARERE NEGATIVO (ai sensi dell’art. 4, lett. l), della L.R. n. 1/1977).
Con l’occasione sarebbe auspicabile che la Commissione di cui lei fa parte si rendesse promotrice di iniziative rivolte ad una programmazione regionale in campo energetico/ambientale che sia trasparente, libera da condizionamenti lobbistici, realmente condivisa con la popolazione, le imprese e le associazioni ed in grado di assicurare alla nostra Isola un futuro realmente sostenibile.
Grazie


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